arte & cultura

Potenza Picena, la città della lana e della seta

Per oltre un secolo, il nome di Potenza Picena è stato sinonimo di damaschi e broccati di lana e seta di incomparabile bellezza, creati dalle abili mani delle suore dell’Addolorata. Una tradizione che sta tornando in vita grazie all'impegno di associazioni e botteghe artigiane.


Antichi telai Sfogliando le pagine della storia di Potenza Picena si scopre la vicenda delle Figlie dell’Addolorata, comunità fondata da un gruppo di donne che 200 anni fa, il 5 aprile 1816, decisero di dare una casa a chi voleva dedicarsi esclusivamente al servizio di Dio. Nel tempo, nasce un istituto che offre rifugio alle giovani rifiutate dai monasteri perché non abbastanza ricche da avere una dote. I soldi necessari a mantenere tutta la struttura le suore li guadagnano da sole, soprattutto grazie alla lavorazione della lana e della seta sui grandi telai costruiti nella seconda metà dell'Ottocento dal padre cappuccino Michelangelo da Fano, esperto di meccanica, molti dei quali sono esposti ancora oggi nelle sale dell'Istituto.

Comprati da Leopardi e dal Papa Nel tempo le 'monachette', così venivano chiamate, diventano sempre più brave e la fama dei broccati e damaschi prodotti a Potenza Picena si diffonde in tutte le Marche, e non solo. Le loro stoffe pregiate finiscono nella casa di Giacomo Leopardi, a Recanati, in diverse chiese del Vaticano e pure nella sagrestia del papa, mentre la tessitura negli anni a venire diventa sempre più fiorente ed una sorta di piccola 'industria'. Un patrimonio inestimabile oggi al centro di numerosi percorsi formativi per il recupero dell'artigianato tipico locale.

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