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Potenza Picena, città del buon vivere

la città marchigiana ha una lunga storia di demolizioni e ricostruzioni alle spalle. Il centro storico è ricco di chiese mentre la frazione litoranea ha nel turismo balneare il principale settore economico

Denominata fino al 1862 Monte Santo, Potenza Picena è una città che può essere presa a modello del paesaggio e dell’architettura marchigiana: si estende tra mare e dolci colline e si fa notare per le palazzine di mattoni rossi e l’impressionante numero di chiese. L’abitato è diviso tra il centro storico e Porto Potenza Picena, popolosa frazione sul litorale; ci sono poi le frazioni di San Girio e Montecanepino.

Il nome deriva dalla colonia romana di Potentia, distrutta nel V secolo d.C. dai Goti e ricostruita su una collina dell’entroterra col nome di Castel San Giovanni. Nel 1116 il nuovo borgo fu saccheggiato dall’imperatore Enrico V e venne nuovamente eretto come Monte Santo, che seppe elevarsi a libero comune e nel 1252 ottenne dal papa la facoltà di eleggere il proprio podestà. Nel 1862 fu ridenominato Potenza Picena con riferimento all’antico popolo che abitava le Marche meridionali.

Passeggiando per Potenza Picena ci si imbatte in edifici di valore storico come Villa Buonaccorsi, sontuosa dimora cinquecentesca dotata di parco con giardino all’italiana. Nel centro storico tra le molte chiese c’è la Collegiata di Santo Stefano, di proprietà dei padri della Compagnia di Gesù, e la duecentesca chiesa di San Francesco. La frazione marittima Porto Potenza prospera grazie al turismo balneare. Le feste principali si tengono a luglio: il Porto Potenza Music Fest, le celebrazioni per la Patrona Sant’Anna e la Degustazione del brodetto.

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